L’Amenorrea, è un periodo di assenza di mestruazioni e può essere fisiologica, ad esempio in gravidanza, o patologica, quando è causata da una serie di disturbi endocrinologici e/o anatomici. In tal modo, l’amenorrea o l’oligomenorrea non rappresentano una vera e propria entità patologica, ma un sintomo e non sono da considerare come una diagnosi definitiva. Anche se l’assenza di mestruazione non provoca disturbi all’organismo, è comunque spesso fonte di preoccupazione e ansia per la donna che immediatamente contatterà il proprio curante. Il medico deve pertanto conoscere la fisiopatologia dell’amenorrea per poter arrivare ad una diagnosi, trattarla e soprattutto rassicurare la paziente.
L’amenorrea primaria è la mancata comparsa della prima mestruazione entro l’età di 16 anni e mezzo. L’incidenza dell’amenorrea primaria è inferiore allo 0,1%. Tra le cause si riportano i rari casi di anomalie della differenziazione genitale (ermafroditismo vero, pseudoermafroditismo), anomalie dell’utero e della vagina (alterazioni anatomiche interferenti con il flusso mestruale, come l’imene imperforato o i setti vaginali trasversi), disgenesie gonadiche (sindrome di Turner), deficit della steroidogenesi. Infine malattie sistemiche importanti come il carcinoma metastatico e l’insufficienza renale cronica possono causare l’amenorrea.
L’amenorrea secondaria è l’assenza di mestruazioni per un periodo di tempo arbitrario, solitamente oltre i 6 – 12 mesi. In uno studio su donne svedesi, l’incidenza dell’amenorrea secondaria è risultata di circa lo 0,7%, significativamente più alta nelle donne di età inferiore ai 25 anni e con precedente storia di irregolarità mestruali.
Le irregolarità mestruali sono molto comuni e si associano spesso a disordini endocrini. Anche i disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia ) vanno ad influenzare il delicato equilibrio endocrinologico della donna.
Il ginecologo dovrà inquadrare il sintomo amenorrea (primaria/secondaria), oligomenorrea o polimenorrea, conoscendo i complessi meccanismi etiologici, per proporre il corretto trattamento clinico alla donna.
Sui disturbi mestruali e sull’anovulazione sono stati scritti numerosi trattati. Sulla base dei valori delle gonadotropine e degli ormoni ovarici, lo specialista è in grado di comprendere se la disfunzione è di origine centrale o periferica. In presenza di PCOS, i livelli ormonali possono risultare nel range di normalità, pur manifestando la paziente segni clinici evidenti. In questi casi, spesso, la prolattina gli ormoni tiroidei e le SHBG possono fornire utili informazioni.